05 ottobre 2005

UNA LUCIDA FOLLIA

Sassolungo "forcella del Sella"








Dalla pista "nera" al fuori pista, dal fuori pista allo sci ripido (pendenze fino a 50°) e poi l'ultimo passo: lo sci estremo. Il confine si sposta più avanti, la sfida diventa più emozionante, ma c'è uno spiacevole corollario. Ad ogni passaggio i rischi aumentano, il margine di errore si restringe, fino alla condizione in cui vige una logica trasparente e brutale: se cadi sei morto.
Lo sci estremo nasce negli anni '70 come una nuova frontiera dell'alpinismo: scendere con gli sci lungo pareti e couloir risaliti prima con piccozze e ramponi. Le imprese di Tony Valeruz, Jean-Marc Boivin e altri fortissimi alpinisti-sciatori fecero grande senzazione e hanno ancora oggi dell'incredibile: la parete Est del Cervino, il versante della Brenva del Monte Bianco, la paret nord del Lyskaam (800 metri di dislivello, inclinazione costante di 55°, percorsa da Valeruz in tre minuti), per poi passare agli ottomila himalayani (prima discesa dell'Everest compiuta da Hans Kammerlander nel 1996).
Oggi di sci estremo si sente molto parlare, ma i praticanti sono sempre pochi. Ed è bene che sia così. Non esistono sistemi di assicurazione, non puoi tornare indietro, ogni curva può essere l'ultima della tua vita e al rischio di cadere si aggiunge quello di finire travolto da una valanga.Il pericolo però ha una speciale forza magnetica, anche per chi si limita a guardare queste performances.
Negli Usa si sono inventati un campionato mondiale di sci estremo, meno interessata al significato alpinistico e più al gioco, all'acrobazia e allo spettacolo, con tanto di classifica e giuria. Ovviamente il pendio non è poi così ripido, la neve è buona, i soccorsi pronti a intervenire, ma un salto di dieci metri sopra le rocce non è una cosa alla portata di tutti.
Ci si fa portare dall'elicottero in cima alla montagna e poi giù tra sbuffi di polvere, salti e funambolismi vari. Questa versione soft dello sci estremo (da molti chiamato freeskiing o freeride), ha generato una massa di video (spesso autoprodotti), ovviamente molto accattivanti, e spettacolari.
Se li guardate, non fatevi venire strane idee.
Era il lontano Febbraio 88 quando con parte del gruppo anacapitoanacaponzio, ci trovavamo a trascorrere una tra le più belle settimane bianche dei nostri 17/18 anni. Eravamo a Canazei.dopo alcuni giorni di giri intorno al Sella, e con la forcella del Pordoi archiviata con successo, decidemmo di sfidare la più pericolosa tra le forcelle, quella del Sella.A valle eravamo in molti, ma solo in quattro decidemmo (con l'incoscenza degli anni) di salire.Arrivati in cima, il Mezzi ci manicotta e torna giù, mesto nel bidoncino giallo, mentre io il Jhona, ed il Bellay, dopo i vari commenti:"cazzo se è ripida, cazzo se è stretta, cazzo le rocce...", decidiamo che non si può tornare indietro.....Rigà stingiamo gli attacchi se nò so cazzi!! le mie ultime parole famose...Jhona, perso uno sci, tenta invano di fare qualcosa, ma purtroppo perde l'appiglio e comincia a cadere verso valle ad una velocità impressionante, lisciando le reti di protezione, e rimbalzando tra le gobbe sfiorando per sua fortuna le rocce.....intanto io vengo giù...spigolando, con notevole timore ( con in braccio uno sci del jhona ed un'altro di un francese che si era per sua fortuna, aggrovigliato nella rete), ma rassicurato comunque dal segnale di vita del jhona a valle, ad un certo punto (e questa immagine mi è rimasta impressa nella mente come una foto), mi volto e vedo il bellay che rimbalza in ginocchio tra le gobbe...anche lui stava cadendo, ma fortunatamente lontano dalle rocce.......fino a fermarsi, dopo aver percorso gli ultimi 20/30 metri a pelle d'orso....
In fondo, raggiunto il gruppo che ci stava aspettando i primi commenti: voi siete matti, il Jhon a momenti ci lascia le piume....ci racconta il mezzi, che dall'alto della bidonvia(mentre tornava giù), ha visto la caduta del Jhon (in un primo momento divertito, poi, però preoccupato), oltre a sfiorare le rocce, è precipitato per più di 350 metri, rimbalzando come un burattino inanimato....
Vi ricordate il jhon cosa mi chiese prima di riprendere la sciata ?: "mi sono perso il braccialetto di (un misero laccetto di gomma) Nicoletta la sua allora ragazza....non è che ti andrebbe di rifarla e cercarmelo ?....Stava bene fisicamente, ma evidentemente la testa l'aveva battuta forte...!

A pensarci bene l'incoscenza dei tempi, aveva pesato molto sulla decisione di affrontare quella discesa, e anche il fatto (per me), di essere consapevole delle mie buone capacità.
Quello che non avevamo considerato, invece, era che per affrontare tale discesa, non bastavano le capacità "buone" o presunte tali, ma bisognava avere l'attrezzatura giusta, e una bella dose di fortuna.
La prima a pensarci bene, non l'avevamo, la seconda, ringraziando Dio l'abbiamo avuta.

6 commenti:

taith ha detto...

bei tempi...

Anonimo ha detto...

natalo ...te sei scordato il Walkman del francocrucconipponico col prosciutto dentro ...era bono!!! ma insomma me lo hai preso o no il braccialetto di Nicoletta??

bei tempi ..e che dolore!!!

jonas

Anonimo ha detto...

dì la verità che te lo sei inculato te er braccialetto de nicoletta!!! jonas

Ridetolivelivetoride ha detto...

Mamma mia larisate che mi sono fatto qui dagli Stati uniti a rileggere la storia della caduta

Ciao Cristiano

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny