10 marzo 2006

SULL' ACQUA SCIVOLANO DI PIU'





Chi inizia a praticare questo sport ne resta subito affascinato. La sensazione di "volare sull’acqua" è forte ed emozionante e il desiderio di provare e riprovare ancora è quasi inevitabile.Fa parte di quei pochi sport privilegiati che si praticano all’aria aperta ed è uno sport "stagionale" che ha il profumo dell’estate e i colori delle spiagge e del mare.Il contatto con la natura, la sfida con se stessi, la forza delle emozioni che scatena, sono le caratteristiche che fanno di questo sport, uno dei più affascinanti e coinvolgenti sia per chi impara sia per chi ne è spettatore.Lo sci nautico si può iniziare a praticare anche da piccolissimi, ma l’età consigliata è 8 anni.
Leggi la storia dello sci nautico


DISCIPLINE CLASSICHE
Sono quelle tradizionali che comprendono slalom, figure e salto.
Nello SLALOM lo sciatore deve completare un percorso di 6 boe. Chiuso con successo un passaggio di 6 boe e raggiunta la velocità massima, la corda viene accorciata e diminuisce la distanza tra lo sciatore e la barca. Più la corda è corta, più è difficile aggirare le boe. Se si cade o si fallisce una boa non si può proseguire. Il punteggio è calcolato sulla base del numero di boe completate alla misura della corda al momento della caduta.
Nelle FIGURE lo sciatore ha a disposizione due passaggi di 20 secondi ciascuno per eseguire il massimo numero di esercizi. La giuria stilerà la classifica in base a tabelle che fissano per ogni figura un punteggio. La caduta non compromette, a differenza dello slalom, l’esecuzione, ma limita il numero di figure e quindi il risultato finale
Il SALTO è la specialità più emozionante dello sci nautico. Ogni sciatore ha a disposizione tre tentativi dal trampolino, il salto più lungo è il vincente. La velocità della barca è costante. Gli sciatori effettuano dei "tagli" sulla scia che servono almeno a raddoppiare la velocità di approccio al trampolino. Durante il passaggio sul trampolino, gli sciatori sono soggetti a una forza G che è dieci volte il peso del loro corpo. Durante il volo, hanno una frazione di secondo per spingere e raggiungere la massima distanza.

WAKEBOARD
Dopo le Classiche è la disciplina più praticata in Italia.
Simile allo snow-board da neve, anche sull’acqua si pratica su una tavola, più lunga rispetto ai comuni sci da figure, che consente di raggiungere notevoli elevazioni e di effettuare salti mortali molto spettacolari.
La gara comprende due passaggi in un campo gara, durante i quali lo sciatore deve eseguire una serie di salti. Il valore della prestazione non è determinato solo dall’esecuzione del maggior numero di figure, ma la giuria dovrà anche esprimere un giudizio qualitativo, tecnico e artistico, sull’esecuzione dei salti.

PIEDI NUDI
La specialità dei Piedi Nudi ripete le stesse discipline delle Classiche, praticate però a piedi nudi, senza cioè l’ausilio degli sci. Ha un Regolamento a parte e punteggi diversi dalle Discipline Classiche. Si tratta di una specialità molto spettacolare e per la quale occorrono coraggio e quel pizzico d’incoscienza che contraddistingue i praticanti degli sport estremi

TELESKI
Cos’è il teleski? E’ una specie di skilift che consente il traino dello sciatore senza l’utilizzo del motoscafo. Ne esiste uno all’Idropark Fila di Milano: è il primo e unico impianto di sci nautico in Italia azionato a energia elettrica che risponde ancor più alle esigenze ecologiche e permette di praticare questo sport, sia agonistico che amatoriale, in modo diverso e alla portata di tutti. Il Teleski è anche a scuola di sport. La Federazione Italiana Sci Nautico offre infatti alle scuole particolari convezioni per dare la possibilità a tutti gli studenti milanesi di provare la splendida emozione di scivolare sull’acqua. L’impianto è a disposizione degli alunni delle scuole che desiderano un approccio positivo ed educativo nel mondo degli sport d’acqua, senza dover portare con sé null’altro che il costume da bagno; infatti, sul posto i ragazzi troveranno tutto il materiale necessario per cimentarsi sul piano d’acqua del "mare dei milanesi".

Links utili : F.I.S.N. I.W.S.F Skifly Thomasdegasperi

09 marzo 2006

IL RICHIAMO DI TONY HAWK







SKATEBOARD...la storia Di sicuro gli skateboards simili a quelli che vediamo tuttora, hanno una storia relativamente recente, nascono infatti in California negli anni ’60 dove i ragazzi che facevano surf da onda iniziarono a vedere delle analogie tra lo sport che praticavano e quello che è l'antenato dello skateboard, ovvero una tavola di legno con sotto attaccati i truck e le ruote di vecchi pattini a rotelle. I surfers dedicati alla tavola a rotelle iniziarono a fare le prime evoluzioni, come "impennate" sulle ruote anteriori o posteriori, giri su se stessi e cosi' via. I più temerari facevano avanti e indietro sulle pareti verticali delle piscine vuote (le famigerate pool, che in California, a differenza delle piscine da noi conosciute, hanno un fondo tondo e raccordato con transizioni). L’attrezzo era pero’ ancora rudimentale: tavole strette e piatte, ruote di ferro o legno, truck senza molleggi, per cui le sensazioni "tipo surf" erano pressoché irraggiungibili e lo skateboard passò lentamente nel dimenticatoio. Il 1975 e’ ricordato da tutti gli skater come l’anno della rivoluzione, una rivoluzione tecnica che riportò lo skateboard al successo, non solo in California, ma in tutto il mondo: un giovane ingegnere tal Nasworthy ebbe l'idea di montare sugli skateboard le ruote in uretano che essendo piu’ morbide permettevano manovre simili a quelle del surf. A causa dell'interesse globale di cui godeva lo skateboarding, gli anni seguentifurono una continua evoluzione per questo sport. Si iniziarono a delineare le varie specialità che esistono ancora oggi: il freestyle, lo slalom, la discesa libera (downhill) e soprattutto lo skateboarding vert. Lo skateboarding vert consisteva nel fare manovre (o anche solo nel cercare di andare più in alto possibile) sulle pareti delle piscine, o in strutture appositamente costruite come i primi quarter negli antenati degli attuali skatepark. La continua evoluzione tecnica imponeva però anche un'evoluzione dell'attrezzo (che continua anche ai giorni nostri): tavole più larghe in acero canadese, ruote con cuscinetti più veloci e truck che rispondevano meglio alle sollecitazioni imposte. Con milioni di praticanti in tutto il mondo si svilupparono grandi interessi attorno al mondo dello skateboard, molti ragazzi, che prima praticavano lo skateboarding solo per passione, diventarono dei veri e propri professionisti dello sport, con stipendi e il proprio nome che appariva sui giornali specializzati che giravano nelle mani degli appassionati in tutto il mondo (nella seconda metà degli anni '70 il più famoso era Skateboarder Magazine, mentre negli anni '80 diventarono popolari le riviste Thrasher e Transworld Skateboarding). I primi pro degli anni '70 avevano il proprio nome sulle tavole costruite su loro disegno, guadagnando una percentuale sulle vendite. Oggi i pro mettono il loro nome non solo sulle tavole, ma anche su ruote, carrelli, scarpe e capi di abbigliamento. Con il passare del tempo si cominciarono a organizzare dei veri contest, naturale evoluzione delle feste tra amici, che vedevano competere gli skaters a botte di manovre stile e consistenza. Negli anni '80, quando lo skateboard fu rimpiazzato da altri sport di tendenza (BMX, pattini a rotelle, windsurf), molti proprietari di rampe e skatepark aperti al pubblico chiusero i battenti, dato che il numero degli skaters che erano disposti a pagare per usare le strutture non era sufficiente a coprire le spese necessarie per mantenere questi (a volte enormi) spazi. Nacque così, intorno al 1982, la disciplina dello street-style, che consiste nell'usare le strutture urbane (come scalinate, panchine, etc.) per eseguire le manovre, evitando cosi’ di pagare il park (o di fare chilometri per trovarne uno). La disciplina dello street-style (o anche street) è indubbiamente quella più praticata dai ragazzi in tutto il mondo, soprattutto perché praticabile quasi ovunque ma anche perché evita di doversi impegnare nella costruzione di strutture. I due pro americani che hanno contribuito maggiormente alla nascita e allo sviluppo dello street sono sicuramente Natas Kaupas e Mark Gonzales. Tra l'87 e l'88 il fenomeno skate riesplode come una vera e propria "moda" in California (nell'89-‘90 in Italia). Questa volta lo skateboard viene caratterizzato da tecniche riprese da ogni periodo dello skateboarding. Lo street-style domina sempre, ma la tecnica ibrida inventata dai ragazzi comprende manovre riprese dallo skateboard vert, che, anche se un po' trascurato, vive una seconda giovinezza. In questo periodo si costruiscono le prime vere e proprie minirampe, rampe di altezza intermedia che favoriscono sia l'apprendimento che l'ibridazione tra la tecnica dello street e quella dello skateboarding vert. Nascono anche i video di skateboard, documentari molto essenziali con gli esercizi più difficili eseguiti dai migliori pro, non hanno ancora una vera e propria distribuzione ma girano di mano in mano tra gli appassionati sotto forma di VHS.

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tratto dal sito coolboards